Vun – “uno”, in dialetto milanese – è unico nel suo genere: cucina napoletana con Stella Michelin, nel cuore di Milano. All’esterno il chiacchiericcio dei passanti e l’imponenza del Duomo, all’interno gli arredi di design del lussuoso hotel Park Hyatt (pur rimanendone slegato, con accesso indipendente).
Qui si gioca sui contrasti, che trovano accordo ed equilibrio nel filo sottile (ma solido) che lega Milano alla Campania. L’“uno” del dialetto meneghino parla una lingua marcatamente partenopea nei piatti. Nello spartito culinario di Andrea Aprea si sconfina tra nord e sud, e le radici della tradizione napoletana risuonano alleggerite e stilizzate in creazioni di genialità rigorosa.
“La mia cucina contemporanea guarda al futuro senza mai dimenticare le sue origini” ricorda lo chef. Indimenticabile il piatto cult, la Caprese… Dolce Salato, ma sono tante le nuove proposte in carta: dalla calamarata “selezione Gerardo Nola” con coda alla vaccinara, zafferano e provolone del Monaco al baccalà in autunno, con funghi, topinambur e dragoncello. Scenografica la presentazione dell’intensità di limone, che fa da spartiacque tra i secondi e il dessert e che con ghiaccio secco racconta tutta la magia della Costiera.
In sala, la memoria storica del Vun, il direttore Nicola Ultimo, che insieme al sommelier Michele D’Emilio è maestro nel mettere a proprio agio gli ospiti e suggerire l’abbinamento ideale con piccoli e grandi produttori eccellenti.
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