di Jean-Robert Pitte (traduzione di Aridea Fezzi Price) – Sellerio editore
Saggio breve ma ricchissimo di informazioni, scritto dall’illustre geografo francese Jean-Robert Pitte. In poche pagine vi verrà dato un quadro interessante del rapporto da sempre esistente tra bevande fermentate e religioni: il vino è il protagonista principale del symposion greco ma anche del banchetto romano (rispettivamente rappresentato dalle divinità pagane Dioniso e Bacco) fino a diventare simbolo della ritualità cristiana (il sangue di Cristo).
Si parla anche di Noè, di Lot, delle nozze di Cana e del supporto fondamentale dato dai monaci alla produzione vitivinicola (i clos di Borgogna e Dom Perignon vi ricordano qualcosa?). Viene dato spazio anche ad altre bevande e relativi culti: si ragiona sul difficile rapporto tra il consumo di alcool e l’Islam, sull’importanza della birra legata ai culti nordici, sulla produzione di sakè in Giappone e del vino di palma in Africa.
Oltre ai riferimenti religiosi, ogni capitolo si conclude con curiosità riferite alle bevande di cui si è trattato in precedenza. Scoprirete ad esempio quali siano i vini prodotti dai monaci oggi o quanto sia difficile imbottigliare il vino di palma. Se si vuole trovare un difetto a questo libro, è che finisce subito: lo stile scorrevole di Pitte invoglia ad approfondire ancor di più i temi trattati.