Storie di pastori, casari e contadini d’Abruzzo, al Pigneto
Raccontare le storie dei pastori – ma anche dei casari, degli allevatori, dei contadini, degli artigiani e dei pescatori – d’Abruzzo attraverso piatti pieni di sapore e senza retorica, ricette recuperate da tradizioni famigliari, prodotti strepitosi scovati tra piccole aziende, campi d’alta quota, valli incontaminate dove fare foraging.
Questa è la “missione” di Pastorie, grazioso locale aperto dall’autunno 2019 in una stradina laterale del Pigneto che sembra lontana anni luce – anziché pochi metri – dalla caotica via pedonale del quartiere romano. E del suo artefice Angelo Del Vecchio, giovane pescarese trapiantato a Roma che alla regione d’origine ha voluto dedicare il suo progetto gastronomico (lui viene dal mondo del teatro) difficile da racchiudere nelle griglie delle categorie classiche: super tradizionale (ma mai sciatto) nei piatti – e anche nel calice, a cominciare dall’immancabile chambagnino iniziale, bevanda a base di Montepulciano e gassosa di Campli –, contemporaneo nell’ambiente realizzato dall’architetto Lelio di Zio, che sa essere al tempo stesso rustico e minimale (a tratti più nordico che abruzzese), con i tavoli in legno grezzo, le pareti nude e quelle “affrescate” con immagini della transumanza abruzzese impresse sulla juta.
Il menu varia secondo le stagioni, con qualche “classico” sempre presente e qualche fuori carta, con tanto di coordinate degli ingredienti: i formaggi straordinari di Gregorio Rotolo e Nunzio Marcelli, le uova “alla canapa” (che fa da salubre mangime per le galline) di Silvia Bambagini Oliva, il pomodoro Pera d’Abruzzo, lo zafferano dell’Aquila Dop e così via.
Noi abbiamo assaggiato delle deliziose pallotte cacio e ova “come una volta” (con un sugo a cui è impossibile resistere, ma qui la colpa va anche all’ottimo pane), le Patate del Brigante (patate di Barisciano arrosto con fonduta di pecorino Brigataccio della Porta dei Parchi di Marcelli) e una strepitosa pecora “alla callara”, gustosissimo stracotto con erbe aromatiche e pomodoro. Ma a occhio meritano di certo anche il Cacio e Pepe dei Briganti (con spaghettone di Masciarelli e Brigantaccio) e gli arrosticini – di carne o di fegato – serviti secondo tradizione nella brocca.
Insolito ma riuscitissimo il dessert: sorbetto di carota e arancia con polvere di ferfellone, peperone rosso dolce.
Valutazione:
Articoli recenti:
- Cortina Cocktail Weekend: la prima kermesse dedicata alla mixology sulla neve
- Pasqua 2024: quali sono i nuovi prodotti al cioccolato?
- Nuovi trend sui consumi di vino in Italia: meno bicchieri, più qualità
- Gusto e tradizione: un viaggio all’estero alla scoperta delle ricette natalizie europee
- Vacanza alle Maldive: cosa mettere in valigia?