La Pineta degli Zazzeri
Marina di Bibbona più che una rinomata località marina della Costa degli Etruschi è un luogo di residence e campeggi. Forse per questo a La Pineta degli Zazzeri, locale stellato, è un po’ come sentirsi a casa. Sbracato e in costume no, sia chiaro, ma a pranzo in ciabatte anche sì, se capita, e questo nonostante il tovagliato che sa di fresco. D’altronde siamo in uno stabilimento balneare e per far passare l’aria le finestre non si aprono, si smontano direttamente.Insomma, qui la formalità del blasonato locale stellato non si sente. E sì che, con una storia partita nel 1964, i due figli di Luciano, Andrea e Daniele Zazzeri, uno in cucina e l’altro in sala, potrebbero davvero “tirarsela”. Invece no, il ricordo del babbo è ben presente, intatto e denso di affetto e rispetto. Un rispetto che li ha portati a mantenere intatta l’essenza di questo locale di cui avevamo già scritto nel 2015.
L’attenzione al dettaglio e alla tecnica nei piatti stupisce. Il misto di crudo, oltre a scampo, gambero, tonno e ombrina ha tre chicche che non si trovano altrove: l’acciuga con pomodoro, olive, capperi, il baccalà e arancia e, su tutti, lo sgombro servito con crema di ricotta e caramello all’aceto balsamico.
Un’attenzione che si ritrova anche nello gnocchetto nero con calamari e fiori fritti, in cui l’impasto non si appiccica al palato, tanto da sciogliersi in bocca.
E le paste? Ci è capitato di trovare i ricci di mare, freschissimi, arrivati la sera prima. Anche qui la tagliatella si amalgama perfettamente col sugo e la dolcezza del riccio.
Il fritto, croccante e saporito, mai unto, dà un assaggio di tutte le varietà di pesce, ma il vero punto di forza è il bollito con la maionese, ormai un must tra i clienti affezionati.
Qui nulla è fatto a caso, nemmeno il dolce, un semifreddo ai pistacchi con il suo croccante, che ha tutto il sapore della frutta secca, bilanciata da un pizzico di sale, tanto da farti rimpiangere l’ultimo cucchiaio.
Un’ode alla cantina che è sempre in evoluzione, attenta a bianchi, soprattutto quelli importanti, magari locali. Da segnalare che all’aperitivo viene proposta una bollicina rigorosamente italiana.
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“I sentieri della nostra vita sono segnati da strade che percorriamo da soli o insieme ad altri. Strade già disegnate che scopriamo nel cammino oppure strade che stanno dentro di noi e che qualcuno ci indica”. Con queste parole di Luciano Zazzeri ci mettiamo in viaggio verso Marina di Bibbona, verso La “sua” Pineta, che – citandolo nuovamente – “nasce grazie a nonna Nella, a zia Serenella, a mia madre, cuoca straordinaria, che mi ha avviato all’arte della cucina, e a mio padre che mi ha fatto conoscere il mare. A loro va tutta la mia gratitudine”.Non siamo ancora arrivati a destinazione che già siamo rapiti dalla storia e dal fascino di “questa strana baracca in faccia al mare”, come lo stesso patron Luciano ama scherzosamente definirla.
Per l’impazienza di arrivare perdiamo perfino il conto dei km da fare e in un attimo ci troviamo comodamente seduti davanti al mare. Tutto è in armonia, ogni aspettativa è fascinosamente ricambiata e mentre ancora ci guardiamo intorno, è la volta di ordinare.
A disposizione due menu degustazione – di 7 o 5 portate – e una carta ampia e straordinaria che è un viaggio squisito dentro il mare: tartare della Pineta; millefoglie di baccalà; trippa di mare; spaghetto vongole e bottarga; straccetti di pasta fresca con le triglie; bollito misto; pesce al rosmarino… Dagli occhi al palato, ogni preparazione è un susseguirsi di emozioni, di equilibri e di gioie culinarie e dal piatto non emerge che l’essenza vera dei prodotti, che non sono mai sciupati o imprigionati.
“Tanta della professionalità che oggi ci distingue è dovuta anche alla vicinanza di straordinari produttori di vino dai quali abbiamo imparato molto. D’altra parte i produttori di vino, per l’attenzione alla materia prima che è rimasta intatta nel tempo, forse non rinuncerebbero facilmente al nostro pesce”.
P.S. Prenotate in anticipo!
Recensione di Ludovica Fagioli
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