di Monica Ali, ed. Il Saggiatore
Romanzo che si fa notare più per le descrizioni della vita in cucina e per le caratterizzazioni dei personaggi che per la trama.
Lo chef Gabriel dell’Imperial Hotel di Londra si districa tra mille impegni: la gestione della cucina con la sua brigata multietnica, il matrimonio imminente, la malattia terminale del padre e il progetto nascosto di aprire un nuovo ristorante con soci della Londra-bene.
La sua routine già indaffarata viene ad essere scombussolata dal ritrovamento del cadavere di un lavorante ucraino nei sotterranei del ristorante. L’incontro tra Gabriel e Lena, bielorussa legata apparentemente all’uomo morto, renderà ancora più fragile la psiche dello chef.
Il libro è quasi diviso in due parti: nella prima le descrizioni della vita in cucina e delle difficoltà che uno chef di alto livello si trova ad affrontare riescono ad essere coinvolgenti, mentre nella seconda il protagonista è un uomo molto confuso, al limite della follia, e non ha più importanza che si tratti di uno chef o di un tizio qualunque che ha dei problemi.
Un romanzo un po’ slegato, in cui la morte e il contesto culinario hanno ben poca importanza. Lo stile è comunque scorrevole e le caratterizzazioni delle varie comparse che popolano il libro sono ben riuscite.
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