di Jael Mc Henry (traduzione Elisabetta De Medio) – ed. Corbaccio
L’idea centrale del romanzo è simpatica: riprodurre le ricette di persone che non ci sono più e, cucinando, riportare in terra i loro spiriti.
Ginny, ragazza timida e impacciata, ha appena perso entrambi i genitori e, durante il ricevimento che segue il funerale, per estraniarsi dalla girandola di parenti che ha intorno, si chiude in cucina e prepara la ribollita della nonna, seguendo la ricetta da lei scritta a mano. Lo spirito della nonna appare e fa in tempo a darle un avvertimento. Ginny inizia ad interrogarsi su cosa significhi quello che la nonna le ha detto e intanto deve imparare a cavarsela da sola nella vita. Mentre varie vicende si susseguono, la protagonista, compreso ormai il meccanismo per richiamare gli spiriti, continua a coltivare il suo amore per la cucina.
Ci sono i valori legati alla famiglia, ai ricordi e alla suprema forza del buon cibo e c’è anche una sorta di speranzoso lieto fine. Se la storia vi annoia, l’aspetto positivo è che le ricette sono presenti all’inizio di ogni capitolo (o quasi): male che vada potete smettere di leggere e prepararvi degli ottimi brownies.
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