Cominciamo dalle cifre: 4 piani, 17mila mq, 23 aree di ristoro, 8 aule per i corsi, 14mila prodotti in vendita… il progetto di Oscar Farinetti a Roma è a dir poco ambizioso. Eataly Roma sta per aprire e c’è da starne certi, questo immenso spazio enogastronomico non passerà inosservato.
Apprezziamo particolarmente l’idea di aver ridato vita al Terminal Ostiense, costruito nel 1990 per i mondiali di calcio su progetto di Julio Lafuente e caduto in disuso subito dopo, ora trasformato in uno spazio davvero affasciante ed elegante.
E la bellezza è il filo conduttore principale di Eataly Roma: la bellezza dell’agroalimentare (veder nascere il cibo, dalla birra al pane cotto a legna, dalla mozzarella al cioccolato, a Roma, da Eataly, si potrà), la bellezza dell’arte (al Ristorante Italia troverete esposte quattro opere autentiche di Amedeo Modigliani), la bellezza della musica (la colonna sonora di Eataly Roma sarà la musica italiana dal ‘700 a oggi) e la bellezza dell’ironia (si celebra al terzo piano con una mostra dedicata alla satira italiana, intitolata “Mangiarsi l’Italia”).
La visita organizzata lunedì per la stampa nazionale è stata molto interessante perché abbiamo avuto la possibilità di vedere, in anteprima, Eataly Roma in azione, con i punti di ristoro attivi e pronti a fare assaggiare le tante proposte gastronomiche. Se non hanno convinto molto la pizza e la pasta (ma la mancanza di rodaggio sicuramente ha influito), hanno invece favorevolmente impressionato gli ormai famosi panini di Ino, le piadine dei fratelli Maioli, i fritti di Pasquale Torrente, le birre di Teo Musso e Leonardo Di Vincenzo, i gelati firmati Làit e il Caffè Vergnano.
Sarà una bella sfida. Roma non è una città semplice per abitudini alimentari, ma le possibilità di dare un volto nuovo al quartiere e alla gastronomia locale ci sono tutte.
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