
Giovedì 16 novembre il Teatro Regio di Parma è stato il palcoscenico dell’alta cucina italiana, con la presentazione della Guida Michelin 2018 e la premiazione di tutti i ristoranti – e relativi chef – che hanno ottenuto la Stella. Sappiamo bene che la “rossa” è la guida più conservatrice, nonostante ci siano state un po’ di novità negli ultimi anni – come l’acquisizione di Fooding da parte del gruppo francese, oppure l’introduzione in Italia di alcune pizzerie in Campania nel 2017 – eppure ci sono stati risultati che un po’ ci hanno sorpreso, in positivo e in negativo. Per questo con alcuni collaboratori e amici di Via dei Gourmet ci siamo interrogati a proposito delle Stelle Michelin 2018 (qui l’elenco completo dei premiati).
Da bravi “guidaroli” che siamo, abbiamo analizzato i risultati delle Stelle Michelin 2018 ci siamo chiesti qual è stata:
1) la gioia: quale nuova stella\conferma\perdita ci ha fatto più piacere e perché
2) la delusione: quale perdita o stella non conquistata ci ha più deluso o addirittura fatto arrabbiare
3) l’impressione generale sulla 63° edizione della guida rossa
Leggi anche la storia della guida rossa |
Erica Battellani:
Sono molto felice per la 3° Stella al St. Hubertus e per la 2° a La Siriola: l’Alta Badia ha dimostrato che si può trasformare una piccola, graziosa valle di montagna nota soltanto per panorami e attività sportive in un tempio della gastronomia, con una concentrazione di Stelle Michelin a dir poco straordinaria. È un premio che sottolinea anche la capacità di Norbert Niederkofler non solo di gestire con maestria la propria cucina, ma di saper formare talenti e di valorizzare un intero territorio.

Niederkofler premiato con 3 Stelle Michelin 2018
Per quanto riguarda il resto d’Italia, da un lato molte delle previsioni che avevamo fatto si sono avverate (vedi Essenza, Contraste, All’Oro), altre invece sorprendentemente no. Il risultato è che in certe aree, in particolare a Roma, il gruppo di ristoranti con 1 Stella risulta piuttosto incoerente, come se chi valuta lo facesse in maniera del tutto disconnessa dal resto, senza una visione d’insieme. È oggettivamente un po’ strano trovare sullo stesso livello Pipero o Metamorfosi e Bistrot 64 (un locale che apprezzo e trovo molto piacevole, ma che viaggia su altri livelli rispetto agli altri due citati).
Salvatore Cosenza:
La gioia: sicuramente mi ha fatto molto piacere vedere Andrea Larossa, chef di Larossa ad Alba, premiato con la prima Stella. Ci sono stato di recente e uscendo dal suo ristorante ho pensato: ma come fa a non avere ancora una Stella questo posto? Michelin mi ha piacevolmente smentito.
Non so se fossero rumors rivelatisi sbagliati, una mia percezione o una semplice speranza, ma pensavo che Apreda (Imàgo dell’Hotel Hassler) avrebbe preso la seconda stella, alla luce anche delle Tre Forchette del Gambero Rosso. Secondo me, rispetto a tanti altri “monostellati”, ha decisamente una marcia in più.
Luciana Squadrilli:
Sono molto contenta per il St. Hubertus, Vun e Contraste. Delusa invece per Mauro Uliassi, speravo nella terza stella.

La premiazione di Matias Perdomo (Contraste, Milano)
Annalisa Zordan:
Gioia: per St. Hubertus e Contraste.
Delusione: volevo la tripletta Uliassi. E anche Monosilio (Pipero) e Apreda (Imàgo) meritavano di più.
Valentina Marino:
Sono contenta per Boer (ristorante Essenza, Milano), serio e competente, se la merita.
Per quanto riguarda le delusioni, dico solo Apreda. E poi copertura territoriale, questa sconosciuta.

La premiazione di Eugenio Boer (Essenza, Milano)
Livia Montagnoli:
Sono soddisfatta per Perdomo (Contraste, Milano), molto felice per Niederkofler. In generale piuttosto perplessa sulla preferenza accordata a un certo tipo di ristorazione e sull’assenza del Sud.
Antonella De Santis:
Felice per molti, perplessa per altri. Delusa per altri ancora: soprattutto tra i monostellati (vecchi e nuovi) vedo un divario di cui non riesco a venire a capo. Propongo l’istituzione della mezza stella. E, come dice Valentina, pare che abbiano saltato a pie’ pari alcune regioni.
Alessandra Tibollo:
Condivido la perplessità sull’assenza del Sud, dalla costiera in giù. La mossa di Cracco è palesemente tira-titoli (tanto verrà risarcito il prossimo anno). Mi lascia perplessa anche la stella all’Eden, che ha inaugurato ad aprile. Non è un po’ troppo recente per entrare in guida? E poi troppi hotel e diverse stelle discutibili e altre di cui è inspiegabile l’assenza (Bros di Lecce ad esempio)…
I temi ricorrenti che emergono sono quindi quelli della mancanza di omogeneità e difficoltà di leggibilità dei premi, in particolare per quanto riguarda la singola Stella Michelin, e la poca copertura di alcune regioni, soprattutto del sud. Tutti ci ritroviamo invece d’accordo sulla 3° stella al St. Hubertus.
E voi cosa pensate di questa nuova guida Michelin 2018?
Erica Battellani: ” l’Alta Badia ha dimostrato che si può trasformare una piccola, graziosa valle di montagna”
e’ talmente comica la cosa che non si puo fare altro che ridere……mai sentito parlare delle DOLOMITI ?
queste piccole e graziose valli…..semmai chieda pure all’Unesco.
noi italiani si che sappiamo promuoverci……
p.s. e nin mi chieda quale e’ la mia delusione.
Mi faccia un altro esempio di valle dolomitica con la stessa concentrazione di Stelle Michelin.
Sottolineo anche che un paese di 800 abitanti (San Cassiano) ha lo stesso numero di ristoranti con 3 e 2 stelle di Roma. Mi dica lei se le pare normale. Arrivederci.
P.S. Il minimo sindacale di cortesia sarebbe gradito.
P.P.S. Vado sulle Dolomiti svariate volte ogni anno e non si può ogni volta sottolineare che sono patrimonio Unesco. Vivo a Roma, dovrei scrivere ogni volta che il suo patrimonio artistico è unico al mondo?
Mi chiedo spesso se ormai anche la guida michelin, una volta ritenuta da me scrupolosa e imparziale, non sia vittima del grande carrozzone mediatico che da alcuni anni si sgomitola intorno alla gastronomie e alla ristorazione. Rimane strano vedere come vengano premiate attività appena sorte alla ribalta o chef che ormai si sono trasformati in fornitori di alimenti gourmand a livello industriale. Luigi Nastri, ottimo chef, ha operato per anni nel suo settembrini e non mi risulta che abbia mai avuto menzioni da parte della rossa, è bastato che sia andato a stazione di posta dove c’era un altro chef, chissà perché destinatario delle attenzioni degli ispettori, per prendere la stella ( forse data al locale?), la stella data subito all’eden e vedere che poi una delle realtà migliori presenti sul panorama gastronomico romano, ormai da alcuni anni, come alba ruiz, non venga presa in considerazione. Mi scuso per lo sfogo e so anche che l’ottima erica, innamorata di altre realtà su Roma, non sarà d’accordo visti i giudizi che ultimamente ha espresso su Marzapane. Cordialmente
Filippo Farina
Ciao Filippo, invece sono piuttosto d’accordo con te. Penso che alla Michelin si siano un po’ fatti prendere la mano dalla necessità di fare notizia. E così ci siamo ritrovati con un panorama di ristoranti con 1 stella che non ha alcuna coerenza.
A me Marzapane piace, ma in un’ottica di Michelin (come l’ho sempre vista fino a un paio di anni fa), mi sembrava un po’ forzata la stella. D’altra parte, se ottengono/confermano la stella Tordomatto e Bistrot 64 non si comprende perché non debba averla Marzapane.
E allo stesso tempo non è possibile che locali come Pipero, Metamorfosi o Imàgo siano allo stesso livello dell’Eden.
Vedo che al di là delle nostre diatribe siamo molto spesso vicini con le nostre valutazioni, tanto che in passato ti dissi che aspettavo sempre con ansia vostre nuove recensioni che uscivano dagli schemi, ormai tutti uguali, delle guide.Quello che però voglio evidenziare è che se spesso sono d’accordo con te ( al di là dei nostri colpi di cuore) e come lo ero con federico, mi trovo sempre abbastanza distante dagli altri vostri valutatori che, a mio giudizio,seguono troppo i gusti personali che sebbene non si possano superare devono passare almeno in secondo piano quando si fa una recensione e noto, ma forse è una mia interpretazione, molta difformità di giudizi tra gli stessi recensori. Nell’esortarvi comunque a continuare sempre nell’ottimo lavoro che fate vi saluto caramente.
Filippo Farina
Ciao Filippo, il tuo parere è sempre interessante. Io non credo ci sia uno scarto enorme fra i diversi autori di Via dei Gourmet, ma è pur vero che lasciamo spazio alle singole interpretazioni e ci può essere un po’ di distanza, anche perché qui, rispetto a una normale guida, le recensioni sono firmate e quindi i nostri lettori possono trovare il collaboratore con cui sono più in sintonia. Un caro saluto e alla prossima!