Indirizzo: | via Cavour, 32 - 15121 Alessandria |
Telefono: | 0131 517105 |
Sito internet: | www.iduebuoi.it |
Giorno chiusura: | sabato a pranzo e domenica |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | provare la perfezione in cucina |
Uscire da un ristorante ricordando tutti i piatti senza riuscire a decidere quale sia il migliore: ecco la magia di Andrea Ribaldone, affascinante e vulcanico cuoco di origine milanese ma da tempo alessandrino d’adozione. Un legame che lo ha portato a rilevare la gestione di uno storico locale in città, Alli due buoi rossi, rinnovandolo a partire dal nome. Dove prima c’era il non plus ultra della tradizione, oggi troviamo un ambiente essenziale e una cucina alleggerita, contemporanea e perfetta.
Tra i nostri assaggi, molto interessanti il sugarello con umeboshi, melanzana perlina e riso selvatico fritto e il calamaro, brodo di calamari: due piatti in cui si sente l’influenza giapponese che non è imposta dallo chef Jumpei Kuroda, alter ego di Andrea Ribaldone a I Due Buoi, ma deriva tutta dall’esperienza di quest’ultimo, che ha passato a Tokyo un anno e mezzo seguendo la cucina di Eataly.
Il Giappone si unisce alla tradizione alessandrina (e qui vedo già i puristi strapparsi i capelli) nei rabatoni, funghi e tartufo nero: i rabatoni sono gnocchi di ricotta – qui proposti semplicemente così, nella versione bianca, anche se spesso sono composti da ricotta ed erbette – serviti con porcini, lamelle di tartufo nero e un brodo da urlo estratto dalla parte esterna dei porcini cotti con la loro terra, funghi shiitake e qualche scaglia di katsuobushi.
Altra standing ovation per agnello e alghe, abbinamento di ispirazione britannica. Tra i dolci – non troppo dolci perché Ribaldone non ama l’ultima portata – divertenti le pesche, amaretto e cioccolato (non lo descriviamo per non rovinarvi la sorpresa) e strepitoso ricomincio da… composta di frutta e verdura.
Carta dei vini strutturata e curata con il cuore (tra i tanti vini, da segnalare la pagina dedicata al locale Timorasso), sala e tavoli all’insegna della sobrietà: i veri protagonisti sono i piatti, nessuno escluso.
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