
Indirizzo: | via Roma, 22 - 89811 Vibo Marina (VV) |
Telefono: | 0963 572640 |
Sito internet: | www.lapprodo.com |
Giorno chiusura: | nessuno |
Fascia di prezzo: | 45 - 70 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | la zuppa di pesce dell'Approdo |
Un itinerario gastronomico calabrese che si rispetti, non può che iniziare dal ristorante L’Approdo di Vibo Marina (VV). Aperto da trentadue anni, per chiunque appartenga alla mia generazione, in Calabria, è quasi un’istituzione. Un ristorante a gestione familiare che da circa un anno ha riconquistato la stella Michelin. Riconquistato sì, perché L’Approdo, è stato uno dei locali stellati dal 1995 al 2002, e ora, dopo un decennio, il rinomato bollino di qualità della guida rossa è ritornato ad essere di nuovo di casa.
Impossibile scindere la biografia del proprietario e gestore Pino Lo Preiato, dall’artista che domina la cucina, lo chef Agostino Bilotta: tra loro c’è un sodalizio professionale che dura da oltre vent’anni. A dimostrazione del fatto che il tempo rafforza e impreziosisce le cose fatte bene, come il vino buono.
Il ristorante si trova in pieno centro di fronte al porto del paese. Vibo Valentia è una provincia che si trova in collina e che in soli 5 chilometri si ricongiunge alla Costa degli Dei e quindi al mare, da qui il nome di Vibo Marina. Il porto turistico di Vibo Marina è da sempre tappa obbligata per i rifornimenti di velisti e marinai in transito verso le Eolie, e proprio per questo L’Approdo ha avuto il pregio di avere spesso una clientela esclusiva e internazionale. Da qualche anno è possibile anche pernottare nell’adiacente Hotel Cala del Porto.
La storia comincia trentadue anni fa, quando Pino Lo Preiato decide di dare una svolta alla sua attività di ristoratore, facendo un salto di qualità in tempi ancora molto lontani dall’odierno mito dell’alta cucina e degli star chef: apre L’Approdo, un locale dagli ambienti raffinati e accoglienti, che offre un menu di qualità e una carta dei vini selezionata. Audace e anche un po’ temeraria come scelta, sia per i tempi che per il territorio… «Il territorio era abbastanza difficile, ma avevo voglia di cambiare tecnologia e clientela. Ci ho creduto a prescindere, anche se non è stato facile», racconta Lo Preiato.
Una sfida che a conti fatti, sembra essere stata vinta, soprattutto considerando che l’afflusso turistico sul territorio ha avuto un picco di eccellenza durante gli anni ’90, per poi calare gradualmente. Colpa di un’errata politica del turismo ma «la colpa principale ce l’abbiamo noi, io dico sempre che noi per primi dobbiamo fare la nostra parte. La Calabria è ricca di prodotti, ogni angolo di questa regione ha una sua ricchezza e identità di prodotti tipici» sostiene Lo Preiato. E se c’è una caratteristica che si farebbe torto a non riconoscere ai calabresi è proprio la testardaggine e la perseveranza, forse il vero segreto di ogni successo.
Agostino Bilotta, è lo chef dell’Approdo da quando aveva più o meno 14 anni. D’inverno studiava all’istituto alberghiero e d’estate lavorava nella cucina del ristorante. Un mestiere scelto con passione e convinzione fin da adolescente. Qual è il piatto che più di tutti rappresenta l’identità culturale del territorio e la tua memoria del gusto? Agostino Bilotta: «la pasta fatta in casa, in particolare i filejia con il ragù di maiale, che qui all’Approdo proponiamo con il pesce e con le verdure, e che fanno parte della storia del nostro ristorante. Negli anni abbiamo rivisitato la ricetta tradizionale utilizzando altri prodotti di qualità come la pasta di Gragnano».
Ho sentito dire spesso (a torto) che nonostante questa terra sia bagnata da uno dei tratti di Mediterraneo più belli, il pesce non possa essere considerato uno dei piatti forti della tradizione culinaria calabrese. Provate ad assaggiare la zuppa di pesce dell’Approdo, oppure il punteruolo cucinato in terrina al forno, con il pane raffermo lavorato con le erbe aromatiche e il formaggio, uno dei piatti di pesce tipici della cucina locale. Tonno, pesce spada e pezzogne non possono certamente mancare nel menu di un ristorante come questo, e Pino ha i suoi pescatori di fiducia, che prima ancora di rientrare in porto lo avvisano della qualità della pesca appena fatta. Lo chef Bilotta aggiunge che «il pesce castagna o pesce luna, come viene comunemente chiamato, è il tipo di pesce più rappresentativo, che noi riproponiamo sia marinato in insalata, che in forma di scaloppe, cucinato insieme ai porcini delle Serre».
Infine godetevi il dessert: sorbetto alla liquirizia con una spruzzata di spuma di limone. Credo che non esista un prodotto tipico calabrese che non venga degnamente valorizzato e proposto anche in versione rivisitata dalla creatività dello chef.
Per quanto riguarda il vino, in cantina ci sono circa 800 etichette italiane ed estere tra le quali scegliere, ma fatevi consigliare un buon vino calabrese e non ve ne pentirete.
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