Indirizzo: | via Antonelli, 30/32 - 00197 Roma |
Telefono: | 06 8076839 |
Sito internet: | www.metamorfosiroma.it |
Giorno chiusura: | sabato a pranzo e domenica |
Fascia di prezzo: | 100-130 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | provare una delle cucine più interessanti di Roma |
In questo elegante ristorante nel quartiere Parioli potete gustare le creazioni dello chef Roy Caceres, che propone una cucina creativa di alto livello.
Leggi le recensioni del Ristorante Metamorfosi Roma:
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Sono passati ormai diversi anni da quando Roy Caceres muoveva i suoi primi passi nel quartiere Parioli. Ricordiamo un ristorante Metamorfosi che a poco a poco si conquistava una clientela di appassionati gourmet, non senza fatica, in una zona dove spesso hanno avuto più successo i locali “borghesi” o modaioli che non quelli di vera qualità.
A distanza di sette anni dall’apertura il successo è davvero consolidato e forse l’unica cosa che “manca” è la seconda stella Michelin: francamente ancora ci domandiamo come mai la guida rossa non abbia avuto il coraggio di premiare questo locale.
La cucina di Roy, colombiano di nascita, italiano d’adozione, in questi anni ha subito una forte evoluzione, e oggi si presenta come una felice commistione di influenze italiane, sudamericane, orientali, perfettamente bilanciate ed equilibrate fra loro. In tavola arrivano così piatti intensi, non solo per i sapori, ma anche per la capacità di emozionare e di far viaggiare con la mente. È il caso dei gamberi rossi “pisco sour”, lulo (frutto sudamericano), cetriolo e basilico, della “foglia di grano” (sorta di taco di bieta) con tonno rosso ed erbe o dell’agnello e mole (salsa di origine messicana) con lattuga e semi di chia al limone. Tre piatti che sintetizzano bene il pensiero di Caceres in cucina.
Non dimentichiamo poi che in menu trovate anche una serie di piatti pensati per essere condivisi, perché la convivialità nell’assaggio è un aspetto che sempre di più l’alta ristorazione tiene in considerazione.
Altrettanto elaborati – e allo stesso tempo gustosi – i dessert, che si celano però dietro nomi volutamente semplici, come “mela, pinoli e gelsomino”.
A completare il quadro ci sono un servizio professionale senza essere affettato e una carta dei vini classica e di qualità, che forse avrebbe necessità di qualche guizzo in più per valorizzare al meglio le creazioni dello chef.
Sicuramente uno dei nostri indirizzi del cuore a Roma.
(Le fotografie sono tratte dalla pagina Facebood di Metamorfosi)
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Recensione di Federico Iavicoli del 23/10/2015:
Sembra un gioco di parole parlare del recente restyling, ma dobbiamo farlo. Metamorfosi, unico nel suo genere, si è rifatto il trucco senza esagerare. È più bello di prima, senza prestare il fianco alle critiche di quelli, come noi, a cui già piaceva.
Roy Caceres è più in forma che mai e la sua cucina raggiunge a tratti un vero stato di grazia. Per prima cosa occorre superare l’incrocio obbligato con l’ottimo “uovo 65 gradi carbonara”, unico piatto che resiste negli anni in carta, e che forse ha superato la passatina di ceci con gamberi come piatto gourmet più imitato d’Italia degli ultimi trent’anni; incide presumibilmente il fatto che un uovo costi meno di un crostaceo.
Può capitare di proseguire con due vere magie: il già collaudato risotto opercolato con funghi e nocciole, ma soprattutto la nuova pluma con verza scottata, sedano rapa, mostarda di mele e polvere di alghe e dragoncello, un piatto che senza la polvere di alghe sarebbe da manuale di cucina classica, ma nel quale il contrappunto iodato si mostra capace di far rimbalzare i sapori all’infinito, ora distinti, ora fusi in armonico incanto.
In parole povere, dopo la pluma si può anche pagare il conto e anche andare a casa. Proponetelo ai vostri commensali: se sono veramente esperti, apprezzeranno. Altrimenti, superato lo stordimento, passate a un predessert di classe (cioccolato bianco, blu cheese e gel di Porto) e concludete con un dolce. In realtà non ricordiamo quale abbiamo mangiato noi, ma è sempre perché stavamo pensando ancora alla pluma.
La carta dei vini vi ricorderà che nessuno è perfetto, ma considerato che i piatti del menu degustazione sono a sorpresa, apprezzerete che ci sia una discreta scelta sul versante bollicine.
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Recensione di Federico Iavicoli del 28/01/2013:
Si sono rincorse a più riprese, negli ultimi mesi, voci che volevano Roy Caceres in procinto di abbandonare Metamorfosi. Per nostra e vostra fortuna questo non è accaduto, e a più riprese siamo tornati a trovare lo chef colombiano più amato della città, scoprendolo più in forma che mai.
Bastano e avanzano le dita di una mano per contare, a Roma, il numero di cucine di tale tecnica, complessità, maturità.
In un quartiere tradizionalmente restìo alle novità, Metamorfosi è un’isola felice, con interni moderni ed eleganti, illuminazione ben studiata, servizio d’alto livello.
Se l’uovo 65 gradi carbonara è il piatto simbolo, non da meno ci sono parse proposte come il crudo di wagyu arricchito da ‘nduja e brodo tiepido di funghi, il risotto rosso e cremoso con emulsione di fassona blu del Monviso ed erbe, l’agnello con cavolfiore arrostito, cedro e liquirizia e il dessert di rabarbaro, cardamomo e mela.
Bene anche i vini, centrati sul menu, senza grandi concessioni alle mode.
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Recensione di Erica Battellani del 22/06/2011:
Roy Caceres ha un viso sorridente e solare e modi estremamente gentili. Caratteristiche che si riflettono in una cucina radiosa e appagante. Lo chef colombiano, dopo anni in giro per l’Italia e dopo l’esperienza da Pipero ad Albano Laziale, è approdato nella capitale, in questo moderno locale del quartiere Parioli.
Tutto fila a dovere, da un servizio attento e professionale a una carta dei vini che, pur non essendo amplissima, offre una selezione di qualità dai ricarichi corretti.
Ma il bello arriva dalla cucina! Cominciamo benissimo con i vegetali croccanti (una soave tempura) accompagnati dal rinfrescante (e delizioso) sorbetto al carpione, e con un classico di Roy Caceres, l’uovo 65°, in questa stagione servito con pomodoro e basilico. Eccellenti anche i nostri primi: ceci e baccalà in tortello (rivisitazione di un classico romano molto ben riuscita) e “pomodori vestiti” (di una sottile e perfetta pasta) con alici e burrata, un piatto quest’ultimo equilibratissimo nelle note dolci/salate/acide. Ci fermiamo a un solo secondo: agnello croccante alle mandorle con melanzane e crema gelata al “gin epro” (ovvero gin e ginepro), buonissimo.
L’emozione di una cena davvero piacevolissima si chiude con un dolce che, leggendo sul menu, potrebbe sembrare pesante, mentre si rivela leggero, profumatissimo (grazie alla delicata affumicatura), perfetto per una chiusura in bellezza: cioccolato, banane caramellate e Armagnac.
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