
Indirizzo: | Via Porta di Rose, 26 - 82029 San Marco dei Cavoti BN |
Telefono: | 0824 995217 |
Sito internet: | www.umagazzeo.it |
Giorno chiusura: | martedì sera e l'intera giornata di mercoledì |
Fascia di prezzo: | 20-30 euro |
Tipo di locale: | trattoria-pizzeria |
Andateci per: | le ricette della tradizione e piatti originali a base di prodotti genuini, panini golosi e buone pizze al forno a legna |
San Marco dei Cavoti è un remoto paesino dell’Alto Sannio noto per lo più per i buonissimi croccantini (torroncini ricoperti di cioccolato, se ci andate passate a fare scorte di quelli di Autore). A dicembre ci vengono tutti per la festa del torroncino, ma vale la pena passarci anche fuori “stagione” per fare un giro nel grazioso borgo e per fermarsi poi a mangiare qualcosa da U Magazzeo.
Locale sui generis che sfugge alle definizioni – trattoria? Pizzeria? Panineria? Vineria? Tutto questo e anche altro – e che garantisce buone bevute e buone mangiate, è gestito dal giovane Alessio Cavoto che incarna al tempo stesso alla perfezione la figura dell’oste di una volta (ma è anche un bravo cuoco e pizzaiolo), così come quella del “paesano resistente”, di quelli cioè che i ritmi slow e il ritorno alla natura li praticano per scelta e convinzione, che credono fermamente nel bisogno di dedicare più attenzione alla terra ma pure al prossimo, che fanno la “spesa” nei campi o dai piccoli produttori locali o dei Presidi Slow Food di tutta Italia, ma sanno quello che succede nel mondo (e il più delle volte non gli piace). Le verdure, sempre fresche, non stanno in frigo ma in una stanza fresca, i prodotti non sono per forza a Km0, si seguono le stagioni – guardare la lavagna, più che il menu, ma le porzioni sono limitate a 4 o 5, quando finisce finisce -, si lavora a scarto zero o quasi (con la cenere del forno a legna ci si fanno i saponi che troverete nel bagno) e ci sono sempre proposte anche per vegetariani e vegani, al di là delle “mode gastronomiche”, come la squisita crema di ceci del Fortore con pane ai grani antichi e olio extravergine locale.
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Insomma, un piccolo angolo di resistenza gastronomica, con tre salette un po’ buie ma molto accoglienti ricavate in quello che era un vecchio magazzino, piene di bottiglie di vino (e birra) e di poster alle pareti, con la musica elettronica di sottofondo e un menu che propone panini “super”, pizze molto buone (due gli impasti disponibili, quello classico napoletano e quello a base di grani autoctoni e lievito madre), ricette “della nonna” – come i poderosi cavatelli con il sugo di piccione o il “mugnatello”, sorta di involtino di fegato e polmone avvolto nell’intestino dell’agnello – ma pure piatti fantasiosi nei nomi e nell’esecuzione. Per esempio i “tre salti in padella” (ravioli di ricotta di pecora con cicoria spontanea, salvia e burro di San Marco), lo gnocco di ricotta, farina e formaggio (una sorta di gnudo) con salsa di pomodorino fresco o l’agnello del Fortore al cartoccio, con olive, capperi, origano e timo.
Non abbiate paura, poi, di rimanere a gola secca: oltre alle bottiglie delle migliori aziende vinicole locali (soprattutto a quelle che lavorano in modo “naturale”) c’è anche il vino della casa, proveniente da una delle migliori cantine del Sannio.
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