In occasione di una visita nel Roero Francesco Monchiero ha organizzato una verticale dei suoi tre vini di riferimento: il Roero Arneis Cecu d’la Biunda, la Barbera d’Alba MonBirone e il Roero Printi.
Qui le impressioni sul Roero Arneis Cecu d’la Biunda.
Il Cecu d’la Biunda è l’Arneis di punta dell’azienda Monchiero Carbone, un progetto nato nel 2004 su cui Francesco punta molto per raggiungere l’eccellenza della tipologia – e questo obiettivo credo sia già stato raggiunto – e per portare questo vino a competere con i migliori bianchi italiani – e qui c’è ancora da lavorare, anche se non siamo poi così distanti. Le uve vengono da vigneti di Vezza d’Alba e dalla collina Renesio, che domina la cittadina di Canale (e che molto probabilmente ha dato il nome al vitigno). Sono state degustate tutte le annate prodotte fino a oggi.
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2004
Naso intenso, teso e profondo, minerale e speziato, con fiori d’acacia e sfumature di frutta secca e idrocarburi, ancora ben vivo. Palato dai toni di frutta a polpa bianca, di buona sapidità e lunghezza, pieno e fresco, dal finale piacevole e floreale. Sorprendente.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2005
Colore più evoluto del 2004, comunque sempre brillante. Il naso risulta più legato a note di frutta tropicale, con sfumature di pepe bianco e frutta secca, come il palato, maturo e opulento. Leggermente dolce, ma ben realizzato e piacevole, manca di un po’ dello slancio e della tensione necessari per una chiusura davvero convincente.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2006
Naso un po’ pungente, con leggeri sentori di fiori secchi e sfumature di albicocca. Il palato è solido e pieno, sempre sostenuto più dalla sapidità che dall’acidità, che in questo caso risulta un po’ carente, con un finale appesantito che risente di questa poca tensione.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2007
Splendido nonostante l’annata calda non facesse presagire nulla di buono. Intensi toni floreali e speziati, seguiti da sentori minerali e di frutta a polpa bianca fresca, un palato teso, lungo, ancora sostenuto dalla sapidità e con marcate note minerali, affascinante nelle sue note fruttate e di zenzero, fanno di questo 2007 il più bel vino della verticale. Davvero niente male per un Arneis di cinque anni.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2008
Fiori, spezie orientali, miele e resina disegnano un panorama aromatico di buona complessità ma che poteva far presagire un palato leggermente dolce appesantito. Al contrario, il palato si rivela di buona freschezza e lunghezza, nitido, dinamico e progressivo. Gli manca solo quel piccolo quid in più per arrivare al livello del 2007.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2009
Naso ricco, leggermente floreale, piuttosto elegante nei toni di frutta bianca e secca, con le onnipresenti note di spezie. Il palato è ampio, grasso e di buona polpa, con note di frutta gialla, miele e cardamomo, ma non molto dinamico e profondo.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2010
A un naso quasi completamente dominato dai toni floreali, con spiccati sentori di ginestra, fa seguito un palato più complesso, in cui entrano in gioco note fruttate e di spezie, senza perdere sapidità e grinta.
Valutazione:
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2011
Ancora toni di fiori gialli, con sfumature di melograno e macchia mediterranea. Il palato è sapido, con leggere note di avocado. Non di grande profondità, ma piacevole e di buon spessore.
Valutazione:
Una verticale che ha mostrato la notevole costanza qualitativa del Cecu, che è già uno dei riferimenti della denominazione. Francesco (come diversi altri produttori roerini) cerca da tempo di convincere il mondo che il Roero Arneis è un vino in grado di invecchiare in modo brillante. Anche questa volta tuttavia quello che mi sembra esca fuori è che certe annate, come in questo caso la 2004, per ragioni che appaiono più vicine all’imponderabile che realmente ripetibili, hanno una longevità notevole con una bella tenuta-crescita qualitativa, mentre le altre seguono il classico percorso di un vino che raggiunge il suo apogeo in un arco che va dai tre ai cinque anni di bottiglia. Da notare tuttavia che un’uva come l’arneis, che non vanta una grande acidità, trova sulle sabbie del Roero, ricche di sali minerali, un ottimo territorio per dare vita a vini più complessi e longevi di quanto solitamente si pensi.
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