Indirizzo: | piazza dell'Emporio, 28 - 00153 Roma |
Telefono: | 06 32110120 |
Sito internet: | www.romeo.roma.it |
Giorno chiusura: | nessuno |
Fascia di prezzo: | 40-50 euro |
Tipo di locale: | bistrot, cocktail bar |
Carte di credito: | Visa, Mastercard e Bancomat |
Andateci per: | provare la cucina "pop" di Cristina Bowerman |
Romeo Roma: il nuovo concept restaurant di Cristina Bowerman
In un momento in cui a Roma c’è un continuo apri e chiudi di attività, una novità targata Cristina Bowerman è praticamente sempre una certezza. Il suo Romeo, il celebre bistrot gourmet di Prati, ha riaperto ampliato e rinnovato a Piazza dell’Emporio, fra Testaccio e l’Aventino. Un progetto ampio e ambizioso che comprende un ristorante curato dalla stessa Bowerman, una pizzeria (romana e napoletana, Giulietta), una gelateria (al momento della visita, da inaugurare), un cocktail bar con mega bancone, una sala riunioni.
La formula è simile a quella di Romeo Chef & Baker a Prati: coniugare offerta “pop” ad alta ristorazione. Ed è così che, accanto alla sontuosa e celebre carbonara della chef (sempre di alto livello… grande tecnica e ottimo sapore), abbiamo ordinato piatti più complessi a prezzi più che abbordabili, come “cochinillo (maialino da latte) in salsa d’ostriche, patate e crema di patata” e un piatto di grande soddisfazione come il delicato “medaglione di filetto (cotto a bassa temperatura), ricoperto di polvere di topinambur, su crema di piselli e servito con vignarola”. La carta è intrigante e spazia da proposte come “coda, crumble al cioccolato e crema di sedano e carota” ad altri piatti più semplici come l’hamburger con pane e salse artigianali o una versione di hot dog con foie gras e liquerizia.
Un ulteriore tocco di originalità è dato dal menu, in cui le pietanze non sono suddivise tra antipasti, primi e secondi, ma in categorie: piatti a base di carne, di pesce e di vegetali. L’ambiente è di design e confortevole, le attese giuste, il servizio attento e premuroso nello spiegare ciò che viene servito.
Nota di merito anche per la capacità di unire grandi numeri e alti standard qualitativi. A poco tempo dall’apertura l’esperimento della Bowerman ci sembra riuscito perfettamente.
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