Le esigenze dei viaggiatori si sono notevolmente evolute nel corso degli ultimi anni, e con esse anche il turismo stesso. Se prima le grandi città e le mete balneari dominavano incontrastate nelle gerarchie preferenziali della gente, oggi è il turismo naturalistico ad aver acquisito una certa popolarità, insieme a quello enogastronomico, ormai sempre più apprezzato e praticato in tutto il mondo.
La nostra nazione è indubbiamente tra quelle che attira il maggior interesse in questo senso, ma all’interno del suo territorio esistono tradizioni e culture enogastronomiche per molti ancora tutte da scoprire.
Il Friuli-Venezia Giulia rappresenta uno degli esempi più lampanti dei casi menzionati, in quanto, seppur celebre per la tradizione del San Daniele DOP, la maggior parte dei suoi piatti più famosi restano largamente sconosciuti al grande pubblico. Ecco quindi alcune delle pietanze da provare assolutamente se si sceglie di visitare questa bellissima regione.
San Daniele
La prima tappa di questo breve viaggio nelle tradizioni culinarie friulane non può che essere il San Daniele del Friuli, paesino magnificamente incastonato tra le colline che ha dato vita a uno dei prosciutti crudi più straordinari del globo.
Il particolare microclima che permea i territori attorno a esso hanno consentito ai produttori locali, nel corso dei secoli, di preparare dei prosciutti dal gusto unico e inimitabile, frutto anche di una particolare conservazione e stagionatura con sale marino e dei rigidi parametri di scelta delle specie suine utilizzate. Il risultato è un prodotto di una dolcezza senza eguali e un profumo inconfondibile.
Frico
Questo particolare prodotto originario della Carnia rappresenta indubbiamente uno degli emblemi della tradizione gastronomica friulana.
Si tratta di un primo piatto che può essere realizzato sia con una consistenza friabile che molle, e che al suo interno vede la presenza di patate, cipolle e formaggio.
Questo è anche uno dei piatti con il maggior numero di variazioni della regione, visto che non è raro trovare chi li prepara con gli ingredienti più disparati, dallo speck fino al porro o le mele.
Mùset e brovade
Particolarmente popolare durante il periodo natalizio, questo piatto si rivela essere una variante del cotechino con lenticchie.
Mùset è infatti il termine dialettale che indica proprio il cotechino, mentre le brovade sono delle rape fatte macerare per circa quaranta giorni nella feccia del vino. Al termine di questo processo, le verdure in questione vengono condite con l’aglio e bagnate con il brodo di cottura del cotechino.
Cjarsons
Una delle vivande più particolari del Friuli-Venezia Giulia, anche questa dalle origini carnielle ma oggi ampiamente diffusa in tutta la regione. Questo primo piatto ricorda molto nella forma i ravioli, ma ciò che li rende davvero peculiari è il loro ripieno, che vede la presenza di un gustoso mix di dolce e salato.
Al loro interno è infatti possibile trovare elementi come marmellata, uvetta, erbe aromatiche e addirittura cioccolato o biscotti, ma nessuno cuoco tende mai a rivelare il contenuto dei suoi cjarsons, in quanto molto gelosi della propria ricetta personale.
Ampiamente consumato nella provincia di Udine ma simbolo indiscusso della cultura culinaria friulana, questo primo non può che rivelarsi un must per un viaggio tra i gusti del territorio.
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