Patria del pinot meunier, la Vallée de la Marne in questi ultimi anni, complice anche il cambiamento climatico che permette una maturazione perfetta dell’uva, sta proponendo una serie di Champagne di piccoli produttori di notevole qualità. Qui più che di dosaggio e di liqueur i produttori mi hanno quasi sempre parlato di altri due elementi tecnici della realizzazione dello Champagne: la scelta di non far fare la fermentazione malolattica al pinot meunier per evitare una mancanza di freschezza e un’ossidazione precoce e, quasi a compensare questa nuova attenzione alla tensione acida, l’utilizzo della cosiddetta “cuvée perpétuelle”, un metodo solera realizzato con i vin clair – che in certe aziende può risalire anche a oltre quarant’anni – per dare più sfaccettature e maggiore complessità ai loro prodotti.
12 Champagne della Vallée de la Marne da scoprire:
Sauvage Zero Dosage Delouvin Nowack
Dei 7,50 ettari di proprietà, suddivisi in 36 parcelle, tutti situati nel comune di Vandières, 4,50 sono piantati a pinot meunier. Questo pas dosé è un pinot meunier in purezza, realizzato con le annate 2011, 2012 e 2013 maturate in vasche inox. Come ci ha detto Bertrand Delouvin “non cerchiamo di far fare la fermentazione malolattica, la fa quando e se parte; in questo caso non l’ha fatta”. Al naso note di albicocca ed erbe aromatiche, mentre al palato è fresco, teso, vivo e dinamico, con un finale molto lungo e sapido in cui riemergono sentori di frutta gialla. Uno Champagne che ben corrisponde al suo nome.
Extra Sélection Brut 2011 Delouvin Nowack
Condotta da Bertrand Delouvin, la Delouvin Nowack propone degli Champagne molto sapidi, quasi marini, per le caratteristiche del terroir e per la sua impostazione tutta “côté sel”. L’Extra Sélection Brut 2011, composto per l’80% da chardonnay che nasce su suolo calcareo e per il 20% da pinot meunier che nasce su suolo sabbioso, nonostante gli 8 grammi di zucchero per litro evidenzia subito una grande dinamicità, con note di frutta bianca, e tanta mineralità, per un palato grintoso, preciso e lunghissimo. Insieme al Le Bois de Binson di Eric Taillet è lo Champagne più coinvolgente e affascinante assaggiato in questa passeggiata nella Vallée de la Marne.
Cuvée Lysandre Extra Brut 2009 Demière
Sono 8,5 ettari, per 70.000 bottiglie annue prodotte, e tutti nel villaggio di Fleury-La-Rivière quelli da cui nascono gli Champagne Demière. Il Cuvée Lysandre Extra Brut 2009 è un pinot meunier in purezza che non ha fatto la malolattica. Ai profumi di cassis e uva spina fa seguito un palato equilibrato, iodato, di bella lunghezza e tensione, soprattutto per un 2009, con un lungo finale in cui spicca la componente marina, per uno Champagne davvero piacevole e di facile beva.
Solera 23 Brut Demière
La Maison Demière oggi è gestita da Audrey Demière e Jérôme Niziolek. Per Jérôme la solera (o réserve perpetuelle che dir si voglia) rappresenta il dna del vino, la sua spina dorsale. L’ha cominciata nel 1978, maturata a lungo in legno, poi messa in vasca inox. Il Solera 23 Brut ha un naso leggermente affumicato, con note di frutti di bosco maturi. Il palato invece è di bella materia e di grande tensione, sapido, lungo e complesso, con sentori di mare e iodio, con tanta grinta e pienezza insieme. Uno Champagne che è allo stesso tempo complesso e piacevole.
Tradition Brut Leriche Tournant
Isabelle e Benjamin Moulun-Leriche gestiscono 6 ettari, tutti situati a Vandières, di cui 3,5 ettari di pinot meunier, 2,5 di pinot nero e 0,5 di chardonnay, per una produzione annua di circa 50.000 bottiglie. Questo tradition Brut è un pinot meunier in purezza con un dosaggio di 8 grammi di zucchero per litro, dalle annate 2013-14-15, tutte con maturazione in vasche inox e con la fermentazione malolattica effettuata completamente. Di bella materia, è fresco e sapido, nonostante un filo di dolcezza di troppo, e di buona ricchezza, per un tipico Champagne da aperitivo, fruttato, di facile beva e spiccata piacevolezza.
Valutazione:
Carte Noire Brut Denis Salomon
La Denis Salomon è un’azienda famigliare situata a Vandières che conta 3,75 ettari. Il figlio Nicolas ne ha preso le redini nel 2011, cambiandone radicalmente l’impostazione produttiva. La prima cosa che ha fatto è stata smettere di far fare la malolattica ai vin claire, per avere vini che potessero durare nel tempo, eliminando il lato pastoso e leggermente dolce del pinot meunier. Questo però non ha voluto dire cancellare le cose positive che ha trovato. Il Carte Noire è un pinot meunier in purezzacon il quale Nicolas ricerca una continuità con la storia dell’azienda, grazie all’utilizzo di una solera (in vasca inox) creata nel 2005, cui dal 2012 aggiunge i suoi vin claire senza malolattica per darle maggiore freschezza. Il risultato è uno Champagne dai due volti. Al naso ha note mature, mentre al palato risulta teso e grintoso. Frutta matura e sapidità, lunghezza e carattere, per un risultato davvero molto interessante.
Elegance Brut Blanc de Blancs Denis Salomon
Tra le varie novità portate in azienda da Nicolas una è stata particolarmente importante: la decisione di non vendere più le uve e di imbottigliare tutto (circa 35.000 bottiglie annue suddivise in ben 8 etichette). È così che dal poco più di mezzo ettaro piantato a chardonnay nasce questo Elegance Brut, un millesimato non dichiarato (in questo caso è un 2014). Naso con note di frutta e fiori bianchi, ricco e pieno, di buona persistenza e dal finale sapido, lungo e agrumato, per uno Champagne di buona polpa e spessore, ma con un bel contrasto acido. Insomma un prodotto davvero ben condotto in cantina, che dimostra come Nicolas abbia le idee molto chiare.
Rosé de Saignée Brut Denis Salomon
Pinot meunier in purezza da una sola parcella, la Chenovières, dove ci sono le vigne più vecchie dell’azienda (piantate nel 1962), questo Rosé de Saignée è il risultato di 24 ore di macerazione e, come sempre per i rosé de saignée, proviene da una sola annata, in questo caso la 2013. Di bella materia, con note di pepe e frutti rossi di bosco, è vinoso, di notevole complessità e profondità, ma anche di grande freschezza. Affascinante, chiude lungo e nitido. Dall’anno prossimo anno Nicolas rivendicherà la parcella nell’etichetta chiamandolo Rosé de Meunier Chenovières.
Meunier d’Antan Brut Nature Serveaux Fils
Hugo e Nicolas Serveaux costituiscono la terza generazione della famiglia a gestire l’azienda fondata da Georges negli anni ’50 a Passy-sur-Marne. Il Meunier d’Antan Brut Nature è un pinot meunier in purezza, e questa versione proviene in parti uguali dalle annate 2013 e 2014. Non è stata effettuata la fermentazione malolattica e la maturazione è stata fatta per metà in vasca inox e per metà in legno. Tutto giocato sulla grinta acida, con note di mela verde e nocciola, temperata da leggere note boisé, è uno Champagne austero, interessante ed espressivo, che manca però di un po’ di complessità per convincermi pienamente.
Valutazione:
Rosé de Saignée Brut Serveaux Fils
Oggi sono 15 gli ettari vitati della Serveaux Fils, situati tra Passy-sur-Marne e la vicina Barzy-sur-Marne, costituiti per il 60% da pinot meunier, e per il restante 40% da chardonnay e pinot nero in parti uguali, per una produzione di circa 45.000 bottiglie annue. Questo Rosé de Saignée Brut proviene da pinot meunier e pinot nero in parti uguali dell’annata 2013. La macerazione è stata di 18 ore e Hugo non ha fatto fare la malolattica non solo al pinot meunier, ma neanche al pinot nero. Dosato con 5 grammi di zucchero per litro, è teso e fresco, ricco ma di grande grinta e tensione, con note floreali, di frutti rossi e spezie, per un finale piacevole e ricco di polpa.
Exlusiv’t Brut Eric Taillet
Quarta generazione alla guida dell’azienda famigliare, Eric Taillet conta su circa 6 ettari di proprietà. elaborano una réserve perpetuelle (Eric ci tiene a non chiamarla solera) che non fa malolattica. L’annata di referenza è la 2015, con un 30-40% di Vin de Réserve (dalle annate 2011-2014) e 6-8 grammi di zucchero. Tutto matura sur pointe e non sur lattes per evitare al massimo l’ossidazione, un problema molto sentito con il pinot meunier. Cremoso, di bella aromaticità, è uno Champagne piacevole, di buona freschezza e ben realizzato, ma troppo pettinato e cui manca di un po’ di anima per convincere davvero.
Valutazione:
Le Bois de Binson Eric Taillet
Dalla parcella omonima piantata nel 1956 e da solo pinot meunier nasce questo Le Bois de Binson, dai millesimi 2012 e 2013 – un’annata di tensione e un’annata di frutto – con soli 2 grammi litro di zucchero, giusto per arrotondare gli spigoli. La liqueur d’expédition è del 2004 (Eric ha una liqueur di 10-20 anni). Ricco e fresco insieme, naso elegante e fine, con note di frutti di bosco freschi. Palato lungo e complesso, fresco e teso, sfaccettato, leggermente speziato, con un finale sapido e intenso, minerale e leggermente floreale. Splendido.
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