Lo ammetto: oltre a non essere esattamente un’esperta di vini, non sono una grande amante del Gewürztraminer, il vino ottenuto dall’omonimo vitigno aromatico che ha i suoi territori d’elezione in Alto Adige (in particolare a Termeno, che non a caso si chiama Tramin in tedesco) e in Alsazia. Quando poi ho letto di un vino – un Gewürztraminer, appunto – fatto fermentare e invecchiare in una miniera ho subito pensato a una mossa di marketing: “non sanno più cosa inventarsi”.
Perché, allora, ho accettato l’invito a una degustazione dedicata proprio all’Epokale, la nuova etichetta della Cantina Tramin? Prima di tutto per curiosità, naturalmente, e perché assaggiare di persona è sempre meglio che limitarsi a leggere quello che raccontano gli altri.
Ma anche perché a scriverne (bene) erano stati alcuni colleghi che stimo, perché l’invito arrivava da un’agenzia del cui lavoro ho altrettanta stima – Studio Cru – e perché non si trattava della “solita” degustazione ma qualcosa di più particolare. E poi sì, d’accordo: anche perché l’appuntamento era da Zuma (in terrazza, dove c’è il bar) e avevo non poca voglia di assaggiare di nuovo qualcosa dal menu del famoso ristorante di cucina giapponese izakaya aperto da circa un anno a Roma.
Ma andiamo con ordine: prima di tutto, stiamo parlando del prodotto (anzi dei prodotti, perché dopo la degustazione di Traminer abbiamo assaggiato anche altre etichette molto interessanti) di una delle più grandi e antiche cantine cooperative della regione: nata nel 1898 a Termeno e fusa nel 1971 con la Cantina Sociale di Egna, oggi mette insieme 260 ettari vitati e oltre 180 famiglie proprietarie che coltivano le vigne autonomamente ma seguendo indicazioni e obiettivi comuni. A dirigerne i lavori in vigna e cantina è Willi Stürz, premiato nel 2004 come miglior enologo d’Italia dalla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.
Anche se sono diversi i vitigni coltivati, naturalmente il Gewürztraminer è il fiore all’occhiello e la vera “missione” della Cantina. Il territorio – una microzona a 286 m slm, circondata da alte montagne e influenzata dalla vicinanza del lago di Garda, oltre che da quello di Caldaro, con forti escursioni termiche – è all’origine di vini particolarmente aromatici che, ha spiegato Stürz in occasione dell’incontro romano, solitamente si differenziano da quelli alsaziani per il residuo zuccherino più basso, risultando così più secchi. La Cantina Tramin – ha proseguito – si differenzia in questo da altre realtà locali perché da sempre lavora almeno piccole “partite” di vino con un residuo maggiore che vengono solitamente utilizzate per dare maggiore corpo e carattere al Nussbaumer, il vino di punta che nasce dalle uve coltivate nelle vigne dell’omonimo maso ai piedi del monte Roen, affacciato sul lago di Caldaro.
Da qualche anno si è deciso di imbottigliare con un’etichetta a sé queste partite, costituite da uve mature ma perfettamente integre, non attaccate da muffa nobile e vendemmiate a fine ottobre, per ottenere un vino che si avvicina di più a un Gewürztraminer di stile “internazionale” e che ha maggiori potenzialità di invecchiamento: è nato così l’Epokale, prezioso e raro Gewürztraminer Spätlese destinato soprattutto alla ristorazione di fascia alta (venduto a un prezzo di circa 45 euro in cantina).
A questo punto, però, si poneva il problema di dove farlo riposare una volta in bottiglia, considerando che lo spazio in cantina era limitato e soprattutto non adatto a un invecchiamento del genere. “I nostri nonni – ha spiegato l’enologo – dicevano che in montagna il vino invecchia meglio che in valle, cosa che in realtà è dimostrata e dipende anche dalla differenza di pressione. Perciò abbiamo pensato di seguire il loro ‘consiglio’ e inizialmente avevamo individuato un posto sullo Stelvio, a 3000 m d’altezza, ma era troppo freddo! Poi abbiamo pensato alla miniera di Monteneve: si trova a 2000 m, ma l’imbocco è a 450 m sotto terra. Le condizioni del punto dove sono state posizionate le bottiglie sono ideali: 11° C gradi costanti, buio totale, la giusta umidità”.
Tra le più alte d’Europa, a lungo fonte di metalli preziosi ma ormai abbandonate da tempo per l’attività di estrazione, le miniere di Ridanna Monteneve sono oggi una galleria-museo – visitabile in parte – gestita dalla Provincia di Bolzano, cui la cantina ha chiesto lo spazio in concessione per mettervi le circa 1200 bottiglie prodotte ogni anno dal 2009, le prime delle quali sono state presentate sul mercato solo pochi mesi fa e che, insieme ad altri colleghi giornalisti ma soprattutto a sommelier di noti ristoranti romani, abbiamo assaggiato da Zuma.
Come dicevo, però, si è trattato di una degustazione un po’ particolare: non abbiamo assaggiato solo l’Epokale, ma anche altri 5 Gewürztraminer tra Italia e Alsazia, di annate differenti – 2006, 2009 e 2013 – le cui etichette ci sono state svelate solo alla fine.
Ecco una breve sintesi degli assaggi di Gewürztraminer:
2013 Alsace Grand Cru Hengst Gewürztraminer – Domaine Zind Humbrecht, Alsace
(alc. 13,5%, zuccheri residui 48 g/l, acidità totale 4,7 g/l): intensamente profumato di rosa e litchee, opulento.
2009 Cuvée Laurence, Domaine Weinbach, Alsace
(alc. 14%, zuccheri residui 47 g/l, acidità totale 4,9 g/l): più secco e “verticale”.
2009 Clos Windsbuhl Gewürztraminer – Domaine Zind Humbrecht, Alsace
(alc. 13,7%, zuccheri residui 60 g/l, acidità totale 4,0 g/l): abbastanza fresco nonostante gli zuccheri e l’alcol in evidenza.
2006 Alsace Grand Cru Hengst Gewürztraminer – Domaine Zind Humbrecht, Alsace
(alc. 14,5%, zuccheri residui 75 g/l, acidità totale 5,7 g/l): giallo dorato con un naso leggermente speziato (incenso), è ricco e complesso ma non stucchevole nonostante il residuo zuccherino maggiore anche grazie a una bella acidità che invita al secondo sorso.
2009 Epokale Gewürztraminer – Cantina Tramin
(alc. 12,5%, zuccheri residui 107 g/l, acidità totale 5,6 g/l): con un bel naso floreale e un finale leggermente amaro ma piacevole, risulta il più fresco ed equilibrato nonostante il residuo zuccherino importante.
2009 TERMINUM Gewürztraminer – Cantina Tramin
(alc. 11%, zuccheri residui 210 g/l, acidità totale 6,6 g/l): giallo dorato intenso, con decisi profumi di frutta gialla e uva surmatura, tende decisamente al dolce.
Dopo la degustazione alla cieca e la rivelazione delle bottiglie, abbiamo poi assaggiato alcuni vini della Cantina di Termeno con gli assaggi della cucina di Zuma in versione finger food, presentati da un ragazzo appassionato e competente.
Il manzo scottato con daikon, salsa di soia, zenzero e lime e il carpaccio di spigola al tartufo con salsa allo yuzu si sposavano bene con lo Stoan, elegante uvaggio di pinot grigio e chardonnay. Tra gli altri assaggi la tartare di tonno allo yuzu e ponzu con crackers all’alga nori, gli spiedini (yakitori) di maiale glassati al miele con karashi, miso e mele, il tofu marinato e fritto servito con un dressing a base di yuzu, limone e soia e la tempura d’astice con salsa ponzu piccante e maionese al wasabi, che io ho felicemente accompagnato con il Nussbaumer, davvero buonissimo (ecco, ho cambiato idea sul Gewürztraminer!).
Siamo passati infine al rosso – un buon Pinot Nero Maglen Riserva 2014 – con la succulenta T-bone cotta alla robata, la speciale “griglia multipiano” giapponese, prima di passare ai dessert, tra cui una strepitosa Cheesecake allo yuzu con sesamo nero e lamponi.
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